mercoledì 1 dicembre 2010

Rugby: un mese di test match. E dunque?

di Paolo Wilhelm

Cosa è andato bene e cosa è da rivedere nel mese di test-match appena concluso. Piccola guida a futura memoria.

Pollice su

- La difesa
Quattro mete subite in tre gare contro tre squadre che nel ranking mondiale ci sono tutte davanti, chi più chi meno. E dal conto andrebbe tolta la seconda marcatura australiana di Firenze (http://gianmariobonzi.blogspot.com/2010/11/rugby-appunti-sparsi-su-italia.html) quella arrivata a tempo scaduto. Non perché non valga, ma è frutto di un banale errore in mischia, un infortunio di quelli che capitano una volta ogni morte di papa. Un episodio da ascrivere tra le “papere” e non tra gli errori.
A volte gli azzurri hanno formato un muro invalicabile, e a rendersene conto sono stati i più forti che abbiamo incontrato, gli australiani: la loro mischia è stata polverizzata dagli azzurri. E anche i figiani (http://gianmariobonzi.blogspot.com/2010/11/rugby-italia-te-le-imprevedibili-isole.html) noti lottatori, si sono dovuti inchinare. La difesa migliore del mondo? Forse. Se non la prima, siamo comunque lì vicino.




- I giovani
Tommaso Benvenuti era atteso e non ha deluso. Due partite da titolare, uno spezzone abbondante con le Figi. Ha giocato bene pur non ricevendo troppi palloni. “Colpa” anche del ruolo in cui lo ha schierato Mallett: a Treviso gioca centro – sua posizione naturale – mentre in azzurro è stato usato come ala. Sarebbe interessante vederlo all’opera anche come estremo. Di sicuro per lui c’è comunque un grande futuro. Edoardo “Ugo” Gori invece è stata la novità in corso d’opera. Bocciato Tebaldi dopo l’opaca prova con l’Argentina, il 19enne toscano è stato catapultato titolare con la maglia numero 9 a Firenze contro i Wallabies  (http://gianmariobonzi.blogspot.com/2010/11/rugby-litalia-prova-saltare-i-wallabies.html) dopo sette mesi che non giocava. Di lui si conoscevano le grandi qualità, ma sembra che sia in possesso anche di “spalle larghe” e carattere. Sa velocizzare il gioco, anche se deve e può migliorare. È giovanissimo e il futuro è suo. E il gruppo lo protegge.

- Quelli di cui non si parla
Due soprattutto. Il primo è Luciano Orquera: titolare in due gare su tre nel ruolo fondamentale di apertura. Entrato in campo per sostituire l’infortunato Gower non è più uscito. Ordinato e preciso, non è un giocatore che fa lustrare gli occhi, ma fa bene il suo e sa usare bene i piedi. Una specie di Di Livio della palla ovale, di quelli che noti la loro importanza soprattutto quando non ci sono. Forse un po’ fragile fisicamente. Il secondo invece è Alberto Sgarbi: classe 1986, è nel giro della nazionale da un po’, ma – parere del tutto personale – è il giocatore che più ha beneficiato della “rivoluzione Celtic” (gioca a Treviso). In crescita esponenziale, il migliore azzurro del mese.

- Il piede di Mirco Bergamasco
Qualcuno, un po’ scherzando e un po’ no, ha preso a chiamarlo “Wilko” (da Jonny Wilkinson, apertura inglese e dal piede degno di un cecchino). Lui con grande umiltà quando lo sente si mette a ridere. Sa che deve fare ancora tanta strada per arrivare a quei livelli, ma se si guardasse alle spalle vedrebbe che il tratto già percorso è molto più lungo di quello che rimane. Inventato calciatore da Mallett tra la sorpresa generale non più tardi di un anno fa, il buon Bergamirco, è migliorato tantissimo e ha acquisito una precisione e una freddezza non indifferente. In più è cresciuto molto come uomo-squadra.


Pollice giù – Cosa non va

- La partita con l’Argentina
Da dimenticare. Poche o nulle le cose da salvare. Noi siamo entrati in campo col petto in fuori, salvo poi sgonfiarsi dopo 10-15 minuti. I pumas hanno costruito con calma la loro ragnatela e noi ci siamo finiti dentro: bravi loro a sfruttare al meglio le loro qualità e un po’ fessi noi a cascarci. Resta l’amaro in bocca, perché i biancocelesti erano assolutamente alla nostra portata. E se Parisse avesse concluso a dovere almeno una delle due occasioni che ha avuto nei primi minuti, oggi parleremmo di un’altra partita.

- Le difficoltà nei 22
Il vero limite dell’Italia. Anche nei momenti migliori quando si arriva a ridosso della linea di meta vengono a mancare un po’ di fantasia e – a volte –  di schemi. I miglioramenti ci sono anche qui, ma non sono ancora sufficienti. E questa è la vera sfida di Mallett da qui al Sei Nazioni prima e ai Mondiali poi.

- Infortuni
Gower e Mauro Bergamasco non ci saranno al Sei Nazioni. Due assenze importanti ma è anche vero che il gruppo azzurro oggi ha sufficienti giocatori per assorbire queste mancanze. Certo meglio l’abbondanza della penuria.

Per saperne di più su:
Italia-Argentina (http://gianmariobonzi.blogspot.com/2010/11/rugby-considerazioni-varie-su-italia.html).
Celtic League: (http://gianmariobonzi.blogspot.com/2010/11/rugby-il-punto-sulla-celtic-league.html). 


Se volete potete lasciare ogni tipo di commento nell'apposito spazio, qua sotto il post!  

1 commento:

  1. Ed io vorrei aggiungere la fine del rapporto tra Dondi e Mallett...una schifo assurdo da parte della Federazione

    RispondiElimina