Dopo aver visto
Toronto Raptors-New York Knicks, prima gara della stagione regolare 2010-2011 per entrambe le squadre NBA, resta il dubbio che sì,
Andrea Bargnani e
Danilo Gallinari possono fare di più. Soprattutto, devono avere più possessi, cercarseli, meritarseli. Indubbiamente è una bella sensazione sapere che un giocatore italiano, nel caso specifico il Mago romano, sarà l'opzione n°1 di una squadra, in America e che probabilmente scollinerà per tutta la stagione oltre quota 20 punti di media a gara. Un dolce sapore, certo, reso però in parte amaro dalla palpabile sensazione che Toronto difficilmente conquisterà 30 vittorie in regular season e ancora più difficilmente approderà ai playoff. Troppo presto per dirlo, certo, ma l'impressione di una squadra con poco, pochissimo talento è immediata. Per questo dico che Andrea può e deve fare di più, soprattutto esigere il pallone nei momenti chiave del terzo e quarto periodo, cosa che ieri non è avvenuta, probailmente, parole dello stesso mago, anche per il sopraggiungere della stanchezza. Sta di fatto che a guardare solo le cifre (22 punti, 6 rimbalzi e 2 stoppate) non si può dire nulla sulla prestazione dell'ala/pivot azzurra; analizzandole invece un po' più in profondità si può notare che 17 punti siano arrivati nel primo tempo, quando forse la difesa avversaria comunque ti concede qualcosa, quando la palla pesa un po' meno e quando indubbiamente sei più fresco. Le partite, a Toronto, quest'anno dovrà vincerle Bargnani, lo sa, sono convinto che lo possa tranquillamente fare, ma deve cominciare a dimostrarlo da subito. Certo, ci sono aspetti positivi da sottolineare immediatamente e riguardano il nuovo assetto offensivo dei Raptors: con la partenza di
Bosh, inevitabile, ma non scontato, Bargnani staziona molto meno dietro l'arco, tira meno da 3 (1/1 comunque ieri e non è detto sia un male), ma riceve tanti palloni spalle a canestro, dentro l'area, con giochi creati direttamente per sfruttare eventuali cambi di marcatura dopo i pick&roll iniziali che lo vedono subito coinvolto. Un bel vedere, non c'è che dire. Andrea ha aggredito molto di più il canestro rispetto al passato, anche partendo dal perimetro, più spesso dal post basso. L'1/8 nella ripresa, dicevamo, è un segnale anche di stanchezza. Ma deve prendersi più di 8 tiri negli ultimi 24', soprattutto se la partita è aperta ed equilibrata (ma tutt'altro che bella) com'è stata la sfida Raptors-Knicks (alla fine 93-98). E dunque? Dunque se è comunque un sogno vedere che un italiano rappresenta l'uomo franchigia in NBA, dall'altro lato dispiace perché purtroppo si trova in una squadra destinata (spero tanto di sbagliarmi) a un record perdente.
Danilo Gallinari ha comunque trovato il modo di rendersi utile in una serata non facile al tiro (specie nel primo tempo) con 6 rimbalzi, 1 assist, 1 palla recuperata e una stoppata da aggiungere ai 12 punti (con 3/9 dal campo e 4/4 ai liberi) e a tanta appicazione difensiva. E a una tripla importante (per il momentaneo +5) a metà del terzo/quarta. Anche qui, l'impressione: Stoudemire farà vincere sicuramente un bel po' di partite in più ai Knicks rispetto all'edizione passata (ieri però è stato Chandler il go-to-guy), possibile che possano lottare per il settimo/ottavo posto a est (e comunque sarebbe un successo), difficile però, per quanto visto ieri (cioè tanta confusione) che possano andare più lontano.
Diciotto punti (ma 6/15 al tiro), ben 6 rimbalzi conditi da due assist: complimenti a
Marco Belinelli e ai suoi Hornets, bravi a bettere i Bucks in casa (partita non vista in tv).
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