domenica 21 novembre 2010

Nuoto: Cina, basta che non sia un'altra "Roma '94". Europei su Eurosport!

Comincio con il ricordare a tutti gli appassionati (e anche ai non) che da giovedì prossimo, 25 novembre, Eurosport 1 (http://www.facebook.com/search.php?q=Eurosport+Italia&init=quick&tas=search_preload#!/EurosportItalia) trasmetterà in diretta, e fino a domenica, i Campionati Europei in vasca corta di Eindhoven, in Olanda. Per ora basti sapere che ci saranno Filippo Magnini e Federica Pellegrini a rappresentare al meglio l'Italia. Ma non solo, ovviamente. Tanti gli azzurri impegnati  in vasca e pronti a regalarci una finale, un buon crono, una medaglia, mal che vada una prestazione comunque grintosa. Ne parleremo. Vi invito a scrivere e commentare, anche le telecronache stesse, in maniera critica. Immancabilmente, sarà al suo posto, come sempre, nelle vesti di ex grande capitano dell'Italia e oggi apprezzata voce televisiva, Lorenzo Vismara.



A proposito: giusto ad agosto, durante i Campionati Europei di Budapest, in vasca lunga, si disquisiva con Lorenzo in merito all'unico record del mondo capace di resistere al tornado dei costumi gommati. ovvero quello stabilito dall'australiano Grant Hackett, a Fukuoka nel 2001, esattamente il 29 luglio, con il tempo di 14'34''56, sui 1500sl. "Ci vorranno altri dieci anni per batterlo", era più o meno il sentore comune. Sbagliato. Probabilmente bisognerà attendere solo fino al prossimo luglio, quando, sono pronto a scommettere, ai Campionati Mondiali di Shanghai, in Cina, gli atleti di casa faranno la voce grossa tra medaglie e primati assoluti, dopo lo "zero" (fino a prova contraria, bisogna attendere anche i Mondiali in corta di Dubai, a dicembre) del 2010.

Giovedì scorso, durante i Giochi Asiatici di Guangzhou, il cinese Sun Yang, 19 anni il prossimo 1 dicembre, non uno sconosciuto, tutt'altro, perché già finalsta a Pechino (8°) e medagliato a Roma 2009 (bronzo in 14'46''84) ha nuotato il secondo crono all-time sulla distanza, 14'35''43, a soli 87 centesimi dal primato di cui sopra. Il coreano Park Taehwan, capace di conquistare l'oro sui 100, 200, 400 e 800sl, e campione olimpico in carica dei 400sl, gli è finito alle spalle per 15''!



Lo squadrone cinese è tornato, più forte che mai. A Shanghai, appunto, sarà durissima per tutti. Oltre a Yang e Zhang Lin, nel mezzofondo, ci sono Ye Shiwen e, tra le ragazze, solo fenomeni: da Liu Zige e Jiao Liuyang, oro e argento a Pechino 2008 sui 200 farfalla, a Zhao Jing, Li Xuanxu, Shao Yiwen, Li Zhesi, Tang Yi, Ye Shiwen, dominatrice della stagione nei misti, ma, attenzione, capace di strizzare a l'occhio a 200 e 400sl, dove, dicono, vale tempi strabilianti.


Ora, non sono stupito. Per tanti motivi, in primis perché un paese con così tante risorse umane e, da almeno un paio di lustri, economiche, è assolutamente in grado di tirar fuori fenomeni in numero elevato in qualsiasi disciplina, non solo sportiva, intendiamoci. Basta che sia tutto vero però, perché la ferita apertasi con Roma '94, il timore di una "nuova DDR" come venne definitva all'ora, ce la ricordiamo bene tutti. O no?

I campionati Mondiali di 16 anni fa hanno rappresentato lo zenit toccato dal dominio cinese nel nuoto, in piscina, (perché dal trampolino o dalla piattaforma la tradizione è sempre esistita) a livello femminile: 16 finali previste del programma, 12 medaglie d'oro conquistate, incluse le tre staffette. Al resto del mondo la Cina, con nomi come Jingy Le (oro nei 50 e 100sl), Aihua Yang, Cihong He (doppietta nel dorso), lasciò le briciole, vale a dire i 200sl (con record del mondo) a una tedesca nata a Berlino est, Franziska Van Almsick, gli 800sl a quel fenomeno di Janet Evans (comunque troppo forte, l'americana), i 100 e 200 rana all'australiana Samantha Riley. Stop. Per il resto, solo Cina, tra le donne. 
 Già durante i campionati, a dire il vero, sorsero numerose polemiche sulla regolarità delle prestazioni delle atlete cinesi, tanto che ventuno tecnici di paesi partecipanti (su 118 però...) sottoscrissero un documento nel quale si lanciava l'allarme per il pressante problema del doping nel nuoto e si chiedeva alla FINA di dare la "massima priorità" alla questione; sebbene il documento non accusava nessun paese in particolare, era evidente che gli allenatori puntavano il dito sulla nazionale cinese. Alcune testate giornalistiche, atlete ed ex atlete (tra cui Novella Calligaris, http://archiviostorico.corriere.it/1994/settembre/07/dalle_ombre_cinesi_sbuca_Franziska_co_0_9409079721.shtml) ipotizzarono un possibile doping istituzionale della nazionale cinese come quello che era stato effettuato in passato dalla DDR; la rivista americana Swimming World non tenne in considerazione i tempi delle atlete cinesi nelle graduatorie mondiali.

Questi sospetti furono confermati, due mesi dopo, quando furono resi noti i risultati dei test antidoping effettuati durante i Giochi asiatici a Hiroshima, in ottobre. Le atlete trovate positive furono Yang Aihua, oro nei 400 stile libero e nella staffetta 4x200 ai Mondiali di Roma, Zhou Guanbin, oro nella staffetta 4x200 a Roma, e la diciassettenne Lu Bin, vincitrice di tre medaglie d'oro e due d'argento a Roma; quest'ultima risultò positiva anche in un test a sorpresa effettuato a settembre. Alle donne si aggiunse anche la positività di quattro nuotatori: Hu Bin, Xiong Guoming, Xue Wei, Fu Yong. Per tutti la sostanza proibita riscontrata dai test fu la stessa, il Dehydrotestosterone, aumentando così gli indizi a favore dell'ipotesi sul doping sistematico. I tecnici australiani rilasciarono interviste nelle quali dichiararono che i sette nuotatori caduti nella rete antidoping ai Giochi d' Asia di Hiroshima sarebbero stati "soltanto la punta di un iceberg di dimensioni colossali". In seguito a queste evidenze, la federazione internazionale di nuoto e la federazione cinese squalificarono gli atleti trovati dopati, tuttavia la Fina non revocò le medaglie vinte a Roma essendo gli atleti stati scoperti in controlli effettuati, seppur solo un mese dopo, successivamente alla competizione. Lo scandalo doping falcidiò la nazionale cinese di nuoto: alle Olimpiadi di Atlanta 1996, due anni dopo, competizione nella quale prima  dei "fattacci" i tecnici cinesi (fra cui molti allenatori dell'ex Germania Est) contavano di conquistare numerosi allori, la Cina vinse un'unica medaglia d'oro, con Jingy Le, nei 100sl femminili.
Fine di un dominio iniziato in sordina alle olimpiadi sudcoreane di Seul 1988,  esploso ai Mondiali di Perth nel gennaio del 1991 e ai Giochi di Barcellona nel 1992. In ogni caso, dominio turbolento, visto che fin da subito, o quasi, erano arrivate medaglie, ma anche squalifiche per doping (Ren Xin, per esempio, prima in tre gare ai Goodwill Games di San Pietroburgo).

Se volete lasciate il vostro commento, meglio se critico, nell'apposito spazio sotto questo post. Grazie!!!

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