lunedì 25 ottobre 2010

Basket NBA: sì, LeBron James vincerà il titolo con Miami...

Cominciamo dal pronostico, secco, almeno si sbaglia subito: finale Miami-Dallas. Possibile sorpresa a est? Chicago. A Ovest? Utah. E per ora ci fermiamo qui.

Lo spettacolo professionistico migliore al mondo è quello dei playoff Nba; visto che mancano mesi, per ora ci accontenteremo di vedere l'inizio della Regular Season 2010-2011, domani notte (ora italiana), con tre match assolutamente interessanti: Boston-Miami, Portland-Phoenix, Los Angeles (Lakers)-Houston. Tutti a criticare LeBron James per la sua scelta estiva, assolutamente legittima, di voler "cercare" l'anello con altre due superstar (per me, in realtà, una sola Wade; Bosh non sposta proprio niente, ma resta un ottimo giocatore di post basso e dunque utilissimo). Perché poi? Lo sport professionistico americano ha un'organizzazione e un concetto di pari opportunità che l'Europa (e il calcio) possono solo invidiare, eppure nel mondo del football, quanto meno, si accetta tranquillamente che una stella possa voler giocare con altri fenomeni (Ibra con Robinho, Pato e Ronaldinho, tanto per fare un esempio). Dall'altra parte dell'Oceano, apriti cielo. Michael Jordan e Magic Johnson si sono affrettati a "denunciare" l'accaduto, della serie "io con quell'altro? Mai, il mio sogno era batterlo". Legittimo, anche questo. Larry Bird, fortunatamente, ha preferito il basso profilo. Ovvero, non si è pronunciato. Una sola domanda: ma chi l'ha detto che il "prescelto" non vincerà il titolo Nba a Miami da leader assoluto, miglior marcatore, uomo decisivo nei momenti decisivi, degli Heat?!? Quante ne sono state dette e scritte sullo stesso Jordan nei famigerati sette-anni-sette, trascorsi dall'84 al '91, senza un anello al dito? O su Kobe Bryant, incapace di vincere senza Shaq?!? (E invece...).


Per quello che conta, cioè zero, LB James è stato leader di Miami, in preseason, per punti a partita (24.2) e assist (4.8). Nella Eastern Conference sarà spettacolo vero, quest'anno. La squadra più bella da vedere, in attesa di capire cosa combineranno in Florida gli Heat, è Chicago, a mio avviso. Duo leader veri, un esterno senza tiro da 3 (pazienza, è arrivato il migliore dell'Nba dal perimetro nell'annata 2009-2010, Kyle Korver, da Utah), Derrick Rose, un lungo senza tiro e basta, Joakim Noah. Eppure, decisivi. Con loro ecco il neo acquisto di grido, solidissimo, Carlos Boozer (non vale un contratto da 75.000.000 di dollari, ma è un giocatore che sa fare tante cose sul parquet). Miami, Boston (con uno Shaq speciale, guardate qui http://news.sportemotori.blogosfere.it/sportusa/2010/11/incredibile-shaquille-oneal-ad-hallowen-balla-e-imita-beyonce.html), Chicago, Orlando, Atlanta sicure ai playoff e poi? Bucks (sempre senza Redd) quasi certamente. E siamo a sei. Knicks, Bobcats e Wizards si giocheranno, in tre, gli altri due posti. Occhio a John Wall, di Washington, guardia ex Kentucky, prima scelta assoluta all'ultimo Draft.




A ovest alla fine si imporranno i Lakers, com'è logico che sia; mi piace però sperare che Dirk Nowitzki (32 anni, dopo quella del 2006, sciupata malamente contro Miami) e soprattutto Jason Kidd, a 37 anni (e due finali NBA perse, nel 2002 e 2003) abbiano un altra chance di giocare per il titolo, con Dallas, ovviamente. Unico arrivo significativo, quello di Tyson Chandler, che prenderà il posto di Dampier. Marion ha 32 anni, Haywood 31, Butler 30. Squadra "esperta", piuttosto e anzichenò. O adesso o mai più. Non vedo affatto male gli Hornets di Belinelli, compagine divertente, giovane, con buon talento ben distribuito. L'azzurro partirà titolare, come del resto Bargnani a Toronto e Gallinari a New York. Una stagione fondamentale per tutti e tre gli italiani. A Utah c'è il giocatore che più mi piace dell'Nba attuale, il play Deron Williams.

Concludiamo con un altro giochino, non un pronostico, ma quasi.

I giocatori più sopravvalutati della Lega? Chris Bosh, Al Jefferson (finito ai Jazz), Chris Paul, Vince Carter, Andrè Iguodala.
I più sottovalutati? Deron Williams, J.J. Redick, Mike Miller, Luis Scola.

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