sabato 9 ottobre 2010

Volley: Brasile più forte. Punto. In finale con merito

La delusione ci sta, addirittura ci deve essere, altrimenti vuol dire che non si credeva nell'impresa nemmeno prima di tentarla. Rimpianti, francamente, no. E' un opinione, naturalmente. Ma non è finita 2-3, 13-15 (dal 13-13) come nei quarti del Mondiale 2002, in Argentina. No. E' finita 3-1 per il Brasile, come nella finale olimpica di Atene 2004, come nella semifinale a Cinque Cerchi di Pechino 2008. E' un'altra cosa, un'altra storia. I verdeoro di un sudatissimo Bernardinho domani giocheranno per l'oro, con pieno merito, contro Cuba, nel torneo iridato italiano; gli azzurri cercheranno invece una medaglia che manca dal 1998 e che, credeteci, sarebbe molto prestigiosa, contro la Serbia, già sconftta nel 2010 nella prima fase di World League, due volte.




Dunque l'impresa non è riuscita, nella semifinale Italia-Brasile; 2-2 fa 4 e non 5, per parafrasare Carmelo Pittera (allenatore dell'Italia vicecampione del mondo nel 1978) e, francamente, non c'è stato molto da fare. Se Vissotto e compagni vincono a "15" e "17" il primo e il quarto parziale; se zittiscono i 12.000 del PalaLottomatica; se perdono l'unico set in cui hanno attaccato oggettivamente male (40%) 23-25; se difendono come hanno fatto dall'inizio del quarto parziale; se l'Italia trova il primo vantaggio dell'intera partita sul 10-9 del secondo set (!). Beh, se tutto questo è vero, e lo è stato, allora non ci resta che toglierci il cappello di fronte ai sudamericani. Che non sono quelli del lustro 2002-2007, anche perché uno come Giba, al top (oggi in panchina, l'età avanza per tutti), non si inventa tutti i giorni, ma restano comunque più forti dell'Italia. Per due set Vermiglio e compagni hanno giocato alla pari, ma 14 errori in attacco non si possono regalare a dei bi-campioni iridati in carica. Potremo citarne altri, di numeri, ma non conta; questo sport non mente (quasi) mai e, come ha ammesso lo stesso Anastasi, con quelle percentuali d'attacco e così tanti errori "è inutile anche discutere". Resta una considerazione da fare: prima del Mondiale avremmo firmato per una medaglia, lo hanno anche detto molti addetti ai lavori. Bene. Ora non bisogna dimenticarsi di quelle parole e pensare che un eventuale bronzo, da conquistare contro la tenace Serbia, per quello che abbiamo visto e raccolto negli ultimi anni, sarebbe un risultato grandioso.
Di certo, ma ci sarà tempo per i bilanci, l'Italia ha vinto il Mondiale dal punto di vista organizzativo, grazie soprattutto al record di presenze di pubblico. Ha vinto anche la scomessa più rischiosa di tutte, quella di portare un torneo iridato in giro per 10 città. Finale Cuba-Brasile, dunque. Non tifiamo per nessuno, ma una scuola come quella caraibica, magari un po' distratta tatticamente, certo però purissima nei fondamentali d'attacco, ebbene una scuola così, ai vertici da decenni, non ha ancora conquistato un oro né mondiale né olimpico. Se lo meriterebbe.



ITALIA-BRASILE 1-3 (15-25 22-25 25-23 17-25).

ITALIA: Vermiglio 1, Savani 12, Mastrangelo 12, Fei 20, Parodi, Sala 1. Libero: Marra. Birarelli 6, Cernic 9, Zaytsev, Travica 1, Lasko 2. All. Anastasi.
BRASILE: Bruno 2, Murilo 10, Rodrigao 6, Vissotto 24, Dante 17, Lucas 8. Libero: Mario Jr. Marlon 1, Theo 2, Bravo. Non entrati: Sidao, Giba. All. Bernardinho.
ARBITRI: Wang (Chn) e Sakaide (Jpn).
Spettatori: 12178. Durata set: 21, 28, 27, 24.
Italia: bv 3, bs 16, m 6, e 15.
Brasile: bv 4, bs 11, m 5, e 7. 



Parterre d’eccezione in un Palalottomatica strapieno in ogni ordine di posto, con 12.178 spettatori che hanno cantato a squarciagola l’inno italiano prima dell’inizio dell’incontro. In tribuna politici, calciatori e personaggi del mondo del cinema e dello spettacolo. Al Palalottomatica anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, il presidente del Coni Gianni Petrucci insieme al vicepresidente Luca Pancalli, Franco Carraro (membro Cio), i giocatori della Roma, Julio Sergio, Doni, Fabio Simplicio, oltre al cestista della Virtus Roma, Luigi Datome, l’attrice Giorgia Wurth, il regista Fausto Brizzi e l’ex campionessa di atletica, Rita Bottiglieri.

3 commenti:

  1. Per me il difetto sta nel manico, ossia Anastasi stesso. Ha sbagliato le convocazioni e, non contento, ha sbagliato anche a mettere la gente che aveva in campo. Qualcuno mi spieghi il motivo per cui Marra, a tratti inguardabile, si è guadagnato il posto per tutto il torneo ai danni del povero tenace, generoso ed esperto Bari. Sui centri non discuto, Mastro è ancora una garanzia e gli altri due hanno girato abbastanza bene. Discuto però sulle bande: Savani e Cernic sono stati troppo discontinui e io Zaytsev, avendolo lì, l'avrei usato più spesso. Ma a prescindere da questo, vedere che Matteo Martino gira per i campi da beach volley quando dovrebbe essere in maglia azzurra mi fa proprio male. Discorso a parte per la diagonale. Fei ormai è finito, è lì da vedere, ma non se ne parla di portarsi Lasko e Gavotto... Peggio ancora col palleggio: Vermiglio probabilmente è convinto di giocare coi Puffi e alza bassissimo. Ha un gioco lento e leggibile e lo paghiamo a muro: ergo, perché non Travica a profusione? Ho finito, ma sono molto amareggiata lo stesso. Vincere no, ma si poteva fare una figura migliore

    RispondiElimina
  2. purtroppo non ho visto la semifinale però le altre gare sì

    durante l'intera manifestazione l'italia non mi ha mai dato l'impressione di poter vincere i mondiali

    hanno centrato l'obiettivo (prime 4)
    però l'essere squadra ospitante e la formula li ha aiutati

    sono molto curioso di vedere la partita per il terzo posto

    RispondiElimina
  3. io la vedo in modo diametralmente opposto a Ilaria... per me se fossimo arrivati in finale, con questi uomini a disposizione, sarebbe stato un vero miracolo di Anastasi, all'altezza del risultato ottenuto con la Spagna. Il miracolo non c'è stato e va bene così, anche perché il Brasile ha ritrovato proprio in occasione della semifinale Vissotto, che fin qui aveva deluso: senza di lui si poteva anche tentare. Rimpianti sulla formazione non ne ho, non credo che un Gavotto o uno Zaytsev avrebbero potuto fare la differenza.

    RispondiElimina