venerdì 3 dicembre 2010

Rugby: alla scoperta dei Barbarians

di Paolo Wilhelm

"Il rugby è un gioco per gentiluomini di tutte le classi sociali, esclusi i cattivi sportivi a qualsiasi classe appartengano".



Queste parole sono il motto dei Barbarians, e basterebbero per chiudere subito baracca e burattini. Ma poi non potremmo raccontare che la data di nascita del Barbarian Football Club è il 9 aprile 1890, mentre il luogo è il Leutcher’s  un ristorante di un albergo di Bradford, lassù nello Yorkshire, praticamente appiccicata a Leeds. Il padre è William Percy Carpmael, Tottie per gli amici, che dei Barbarians fu fondatore e primo presidente. Bisogna però inquadrare l’epoca. Il rugby si diffondeva velocemente, ma non c’erano campionati o tornei fissi che potessero far da cardine al movimento. Si giocava ovunque in maniera estemporanea, con squadre che nascevano e morivano a volte nel giro di qualche giorno. Una sera, quella sera, il buon Carpmael stilò l’atto di nascita di un club che era molto figlio di quell’ambiente: non c’era una sede, un campo di gioco stabile e nemmeno giocatori fissi. Le partite sarebbero state concentrate durante le vacanze natalizie e pasquali, con giocatori non solo inglesi, ma anche gallesi, irlandesi e scozzesi. Unica cosa uguale per tutti sarebbe stata la divisa, con le celebri maglie bianco e nere a strisce orizzontali e i calzoncini neri. Ma anche qui il guizzo: i giocatori invitati a vestire per brevi periodi quei colori avrebbero potuto mantenere i calzettoni del proprio club di appartenenza. Altra cosa: anche la figura dell’allenatore inizialmente non era prevista – arrivò molto più tardi e anche oggi l’uomo chiamato a guidare i Barbarians è “invitato” – e a chiamare i giocatori era il presidente. Finite le bizzarrie? No, perché in tutte le selezioni barbariche c’è sempre un giocatore – di ottimo livello, va da sé – ma di nulla esperienza internazionale. Vezzi? Forse, certo che volete mettere il fascino?

 
Prima esibizione ufficiale dei Barbarians il 27 dicembre di quello stesso 1890, avversario l’Hartlepool Rovers. La loro fama crebbe anno dopo anno, prima in patria e poi anche al’estero e fino al 1948 giocarono solo contro altri club. Quell’anno però iniziarono le sfide con le nazionali (l’Australia a Londra. E sapete perché fu organizzata la partita? Per raccogliere i soldi necessari al viaggio di ritorno dei wallabies…), mentre risale al 1957 la prima esperienza dei “barbari” lontani dal suolo patrio. Cinque anni prima – 1952 – la convocazione del primo giocatore francese, Michel Pomathios, trequarti ala del Bressane e trascinatore della nazionale transalpina che per prima sconfisse il Galles in trasferta: successe a Swansea, nel 1948. Per vedere il primo italiano invitato – Stefano Bettarello – bisogna invece aspettare il 1988. Sappiate poi che cascasse il mondo ma l’11 novembre di ogni anno i Ba-baas (il nomignolo dei Barbarians) giocano contro i Combined Services, squadra con giocatori provenienti da tutte le forze armate britanniche nel giorno in cui si ricorda la fine della Prima Guerra Mondiale. E sappiate anche che i nostri vantano anche innumerevoli tentativi di imitazione, alcuni piuttosto stabili e ben riusciti, altri da dimenticare.



Un’ultima cosa: secondo voi quale squadra poteva segnare quella che è considerata la meta più bella di sempre? Indovinato, i Ba-baas. 27 gennaio 1973, Arms Park di Cardiff: di fronte agli uomini in bianco e nero ci sono i tuttineri. Come finì non importa, perché tutti ricordano la meta realizzata da Gareth Edwards (gallese, un gigante di questo sport) al termine di un’azione corale indimenticabile. Un coast-to-coast di un centinaio di metri con sei passaggi in 23 secondi, con il non secondario dettaglio di aver superato nel frattempo l’intera formazione della Nuova Zelanda. Guardare per credere… 

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