mercoledì 17 novembre 2010

Rugby: considerazioni sparse su Italia-Argentina

di Paolo Wilhelm

Cosa rimane di Italia-Argentina a più di tre giorni dal fischio finale? Tante cose. Oppure poche. Dipende dai punti di vista.
Qualche giorno prima (http://gianmariobonzi.blogspot.com/2010/11/rugby-sabato-italia-argentina-scopriamo.html) del kick-off il ct azzurro Nick Mallett ha candidamente ammesso: “Contro i Pumas dobbiamo vincere, questo gruppo può cambiare le sorti del rugby italiano”. La prima parte della frase è stata smentita dai fatti, la seconda invece è ancora possibile e il tempo è galantuomo, perciò ci dirà se il buon Nick ha ragione oppure no. Quello che pare comunque certo è che questa squadra può fare meglio – molto, molto meglio – di quanto visto sabato scorso in campo. Rimanendo al tema delle “citazioni”, la scorsa settimana Mauro Bergamasco aveva detto che gli argentini sono bravissimi nel far scivolare le partite sui binari a loro più congeniali. Bene, sul campo del “Bentegodi” è successo esattamente questo. Il vero demerito degli azzurri è stato quello di farsi piano piano incartare dai biancocelesti, che hanno messo in atto un vero e proprio imbuto dove convogliavano le azioni della nostra nazionale esattamente nel punto dove volevano Contepomi e soci. I nostri avanti si sono così sfiancati in una serie infinita di scontri spesso vinti, ma che non hanno portato a nulla o quasi. 




Questo è un blog dove il calcio è quasi bandito, ma L’Argentina vista sabato ricordava moltissimo il PSV Eindhoven allenato da Guus Hiddink. Una squadra bravissima a imbrigliare le maglie avversarie fino a far perdere loro il bandolo della matassa per poi colpire con blitz improvvisi. Sembra la fotografia della partita di Verona.   
L’Italia ha poi il torto di non aver capitalizzato i primi 15 minuti di dominio assoluto, un quarto d’ora in cui Parisse e compagni sembravano sapere bene cosa fare e come farlo. Ma proprio Parisse si è rivelato come il protagonista in negativo di questa fase della partita, sbagliando due occasioni clamorose, o quasi. La prima con una incursione che ha tagliato in due la difesa avversaria, arrivato a una quindicina di metri dalla linea di meta il capitano decide di prendere la via più difficile, un calcetto beffardo che se fosse andato come voleva il numero 8 azzurro il “Bentegodi” sarebbe venuto giù. Ma non lo sapremo mai perché un argentino si è impossessato dell’ovale prima di Parisse. Nella seconda occasione il terza linea si invola lungo l’out destro, stacca tutti gli avversari e prima di affrontare il numero 10 argentino Contepomi si esibisce un goffo tentativo di doppio passo. Vero è che il nostro capitano poteva affrontare meglio la situazione, ma va anche detto che nessuno dei suoi compagni si è preso la briga di andare a sostenerlo, cosa che avrebbe facilitato moltissimo il suo compito.



Passate queste due opportunità l’Italia ha continuato a macinare gioco, ma in maniera un po’ caotica e senza costrutto e soprattutto senza pungere davvero. Con una linea mediana troppo lenta a far ripartire l’azione e un gioco che si allarga raramente, preferendo le vie centrali, sempre intasate. L’Argentina se ne è rimasta rintanata, chiudendosi con grande ordine. Ai calci di Contepomi e Mirco Bergamasco, gli unici a smuovere il risultato, si sovrappone al 48’ la meta degli ospiti nell’unica vera azione offensiva (tra l’altro molto bella) della loro partita. Insomma il cinismo innalzato a sistema. 





Niente da salvare in chiave azzurra? Cose positive se ne sono viste. La volontà; la compattezza della mischia, mai in affanno contro un pacchetto di prim’ordine come quello argentino. I cambi hanno poi dimostrato che anche la panchina è ormai all’altezza. La prova del debuttante Tommaso Benvenuti – schierato all’ala -  che ha avuto pochi palloni, ma quei pochi li ha giocati bene. Il solito Castrogiovanni, un vero gigante. Ma serve altro, serve una vittoria di quelle pesanti, capace di sbloccare definitivamente le qualità di questa squadra. Che non sono affatto poche.

http://gianmariobonzi.blogspot.com/2010/11/rugby-il-punto-sulla-celtic-league.html

Cosa ne pensate? Se volete lasciate il vostro commento, meglio se critico, nell'apposito spazio sotto il post. Grazie!!

3 commenti:

  1. Bella Paolo concordo con la tua analisi!!
    Anche se non mi posso ritenere un esperto in materia credo hai sintetizzato l'incontro al meglio.
    La cosa che ho notato più di tutti è la nostra grande lentezza .. sembravamo quasi impacciati e non solo nel movimento della palla, anche nei sostegni..troppo spesso avvenivano isolamenti del portatore di palla che era ciò che voleva l'argentina.
    Due cose aggiungo alla tua disamina che magari possano diventare oggetto di discussioni:
    - in campo internazionale facciamo ancora troppi e tanti errori che puntualmente paghiamo.
    - La nostra mediana non è di buon livello ed è incapace di produrre gioco.

    andrea

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  2. Non credo che il merito sia dell'Argentina, penso che sia più demerito dell'Italia. Se non hai un mediano di apertura non riesci a costruire un gioco Gower sabato era in campo ma era come se non ci forse. Poi noi abbiamo solo un tipo di gioco, la mischia non siamo capaci di fare una vera azione di mano, dobbiamo andare a calciare a in touch è cominciare da li. Un'altra cosa che non ho capito di sabato è perchè non abbiamo fatto il gioco tattico che voleva Argentina, molto spesso loro calciavano e noi invece di rispondere e cercare l'errore avversario (loro hanno giocato male quindi errore sarebbe arrivato) abbiamo preferito giocare con le mani, senza riuscirci ovviamente.

    Io sono sempre stato d'accordo nelle scelte di Mallet anche prendendomi del pazzo e credo che sta facendo un'ottimo lavoro con la nostro nazionale pero sabato il gioco espresso dai nostri non mi è piaciuto tanto.

    E' adesso speriamo in sabato

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  3. Want to have the best vacation that you could ever have? Argentina is the right place for you and here's a place where you could spend the day or night there.

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