giovedì 11 novembre 2010

Scherma: fiorettiste d'oro, ma nessuno dica che è stato facile...

Aprile 2008, mancano cinque mesi ai Giochi Olimpici di Pechino. Mi reco a Lignano Sabbiadoro, provincia di Udine, dove si trovano in collegiale le squadre di fioretto femminile e sciabola, per uno dei tanti ritiri inseriti in mezzo alle prove di Coppa del Mondo. Sono con un troupe, devo registrare qualche immagine di copertura in vista dell'appuntamento a Cinque Cerchi e, soprattutto, realizzare un paio di interviste, faccia a faccia, con... chi ne ha voglia. All'epoca lavoravo per l'agenzia multimediale di Rcs, AGR, il servizio video sarebbe finito anche sul sito ufficiale del Corriere delle Sera. Il posto è meraviglioso, la giornata pure, il centro che ospita i ragazzi, anche. Un momento davvero splendido, per me, di durissimo lavoro, per gli atleti. Facciamo qualche ripresa anche in palestra e lì posso toccare con mano la dedizione di schermidori e maestri nell'allenamento. Passa Elisa Di Francisca, non ci conosciamo, è stravolta dalla fatica, ci vede con microfono e telecamera, abbozza un sorriso e dice: "Ma chi ce lo fa fare?!?!" tra il serio e il faceto. Non aveva ancora vinto quello che ha vinto tra Antalya e Parigi. La risposta, sua, personale, l'ha avuta negli ultimi due anni, in cui ha raccolto tre ori e un bronzo in due edizioni dei Mondiali! Dopo pranzo si prestano per fare 4 chiacchiere, in riva al mare, Margherita Granbassi, Gioia Marzocca, e anche Aldo Montano, che sbrandiamo letteralmente dal letto, leggasi riposino pomeridiano. Ci scusiamo. Ma lui è simpatico come sempre. Due domande, poi via: noi a Milano, loro a lavorare fino a sera.

Da sinistra: Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Valentina Vezzali, Ilaria Salvatori (foto Bizzi)

Mi è venuto in mente questo episodio ieri, assistendo alla giornata trionfale del fioretto femminile. Un cammino persino imbarazzante fino all'ultimo atto, anzi, ultimo atto compreso, nonostante qualche brivido iniziale. Mai, però, un dubbio mi ha assalito, anche dopo il parziale di 3-10 incassato in un amen da Errigo-Vezzali. Capita. Poi Gruchala e compagne sono state travolte. Oro è stato, sacrosanto. Giusto dire, come ha fatto il ct Cerioni tante volte alla vigilia, che le azzurre erano la squadra da battere, stra-favorita, che se tirano come sanno non ce n'è per nessuna, ecc. ecc. Perché bisogna assumersi le proprie responsabilità e essere onesti, non modesti. Giusto anche ricordare che tutto questo è avvenuto senza Margherita Granbassi, Giovanna Trillini (le ritroveremo nel 2011), perché no anche Clauda Pigliapoco e Valentina Cipriani (le avessero, esempio, in casa francese...), per dire che razza di squadra ha l'Italia a livello di fioretto femminile. Bene, tutto giusto. Persino troppo, perché poi si finisce per darlo per scontato questo successo. O meglio, per non dare la giusta importanza alle medaglie d'oro che nella scherma arrivano sempre.

Da sinistra: Errigo, Salvatori, il maestro Giulio Tommasini, il ct Stefano Cerioni, Vezzali e (in giallo) Di Francisca (foto Bizzi)

Ma attenzione: dietro, tutto l'anno, c'è il lavoro che vi ho descritto in precedenza anche se, nel mio caso, ho potuto vedere solo una giornata di ritiro... Ovviamente, è così sempre. Essere le più forti non può diventare una colpa, ma rimane sempre un merito. Di scontato non c'è mai nulla.
Un altro aspetto mi tornava in mente, sempre ieri, ed è il seguente: dal 1982 (ricordate?) dall'epopea di Vaccaroni, Mochi, Cicconetti, Sparaciari (e una giovanissima Zalaffi), quindi in prartica da 30 anni, l'Italia del fioretto femminile è sempre al vertice. Ha conquistato l'oro iridato anche nel 1983, 1990, 1991, 1995, 1997, 1998, 2001, 2004, 2009, 2010, quello olimpico nel 1992, 1996, 2000 (argento nel 1988, bronzo nel 2008) e mancato il podio solo a Barcellona 1985, Seul 1999, Lisbona 2002, L'Havana 2003, Lipsia 2005, San Pietroburgo 2007. Dream Team, oh yeah!


Da Pechino a Parigi fermandosi solo una volta. E’ il lungo viaggio del fioretto femminile azzurro che, dalla sconfitta olimpica del 2008, ha perduto solo un assalto. A Parigi l’ennesima tappa dove le italiane arrivano a braccia alzate sul podio.
Ragazze fantastiche, fate bene a chiamarle “dream team” – dice un entusiasta Ct Stefano Cerioni -. E’ un gruppo unico composto da campionesse dal calibro immenso. Ciascuna da il suo apporto e so di poter contare su ciascuna di queste quattro ma anche su altre che sono rimaste a casa”.
La formazione è stellare: la pluricampionessa olimpica e “Regina” del fioretto mondiale, Valentina Vezzali, la Campionessa del Mondo Elisa Di Francisca, la sua vice Arianna Errigo ed il bronzo olimpico a squadre Ilaria Salvatori.
"Sono orgogliosa di essere il capitano di una squadra unita e capace di aiutarsi vicendevolmente – ha dichiaratp a caldo Valentina Vezzali -. Sono felicissima perché è un successo importantissimo che ci conferma ai vertici del Mondo. Possono cambiare i nomi ma siamo sempre lì. Le giovani che crescono? Sono contenta di servire da esempio per loro. Se siamo qui è perché, negli anni scorsi, vi erano le Bianchedi, le Trillini e le Granbassi”.
L’oro conquistato a squadre per Elisa Di Francisca bissa il successo nell’individuale. “E’ il mio Mondiale e non ci credo – ammette la jesina -. Abbiamo confermato l’oro di Antalya, io ho migliorato il bronzo con l’oro e torno a casa come più non potevo chiedere. Che emozione! L’assalto finale forse lo abbiamo preso un po’ sottogamba all’inizio. La Polonia non era la Corea e poi siamo rimaste troppo tempo in camera di chiamata. Siamo però state brave a recuperare e poi vincere”.
Il segreto di questo successo viene svelato dalla più giovane del gruppo, Arianna Errigo: “Non perdiamo mai la calma perché siamo consapevoli del nostro valore. E’ un risultato storico e ce ne siamo accorti solo perché ce lo avete detto voi” ha confessato ai giornalisti.
Visibilmente soddisfatto il Presidente della Federazione Italiana Scherma che, da Vicepresidente della Federazione internazionale, ha avuto l’onore di consegnare la medaglia più ambita alle “sue” ragazze. “Questo oro – dichiara Giorgio Scarso - è la conferma di un gruppo che è veramente il fiore all'occhiello dello sport italiano e non solo della scherma. Grande merito va dato a loro, al Commissario Tecnico, ai Maestri ed a tutto lo staff”.

1 commento:

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