domenica 17 ottobre 2010

Soelden, -6: scopriamo le gigantiste azzurre

Sei giorni (sette con oggi) all'esordio dello squadrone di gigante nella Coppa del Mondo femminile 2010-2011, sette atlete azzurre, quelle che si sono qualificate alle finali di Garmisch-Partekirchen 2010, da scoprire. Con loro non ci dimentichiamo certo di Francesca Marsaglia ed Elena Curtoni, di cui parleremo più avanti.
Rivediamo brevemente la storia sportiva di queste atlete, aiutandoci, ove possibile, con video o foto, partendo, ovviamente, dall'unica capace di vincere in CdM, ovvero Denise Karbon.

Aloatesina di Castelrotto, 30 anni, Denny ha esordito nel circuito maggiore il 6 gennaio del 1998, a 17 anni, nel gigante di Bormio vinto da Deborah Compagnoni, senza qualificarsi per la seconda manche. I primi punti sono arrivati a Serre Chevalier, il 4 dicembre 1999, giorno in cui Silke Bachmann conquistò il suo primo e unico podio in Coppa, terza, sempre tra le porte larghe, dietro Michaela Dorfmeister e Anita Wachter. Nel frattempo però, il 10 marzo dello stesso anno, Denise si era laureata campionessa del mondo junior a Pra Loup, in Francia, con Tanja Poutiainen 3a ed Elizabeth Goergl 8a. Non ci dilunghiamo troppo perché da lì in poi la storia è nota: il primo podio a Semmering, nel 2002, l'argento ai Mondiali di St. Moritz 2003 dietro Anja Paerson, la vittoria n°1 in Alta Badia (dove le donne hanno gareggiato due volte, con due successi azzurri, il primo firmato Sabina Panzanini) il 13 dicembre 2003, giorno in cui Nadia Fanchni esordì in Coppa del Mondo. La stagione monstre 2007-2008, dopo il bronzo iridato ad Are, con i trionfi a Solden, Panorama (Canada), Lienz (Austria), Spindleruv Mlyn (Rep. Ceca) e Ofterscwhang (Germania), la conquista della coppa di specialità mostrata al pubblico di casa, a Bormio. In tutto, sei vittorie e altri nove podi in Coppa dal dicembre 2002.
Senza dimenticare, naturalmente, i tanti infortuni gravi subiti, le corse in sala operatorie, fin da quando aveva 13 anni e già vinceva le gare delle bambine: "una serie di infortuni da sollecitare la chirurgia ortopedica più moderna e "creativa" nelle operazioni, frankensteiniane appunto, di aggiustatura, ricostruzione, sostituzione delle ossa, dei tendini", scriveva il grande Gian Paolo Ormezzano su Famiglia Cristiana tre anni fa. Quattro volte operata alle ginocchia, due volte nel gesso per fratture alle gambe, e persino una placca sul braccio per un osso rotto contro un paletto. Ma anche una frase auto ironica e bellissima buttata lì: "Solo quando ricamo non rischio di farmi male". Noi, per concludere, ce la rivediamo nella prima manche del gigante di Soelden 2007, unica azzurra in grado di domare il Rettenbach: 


Nessun commento:

Posta un commento